lunedì 9 novembre 2015

Medjugorje

24 giugno 1981 - 24 giugno 2021

A 40 anni esatti dalla prima apparizione, aspettiamoci qualcosa di nuovo. Da Wikipedia:

Nella Bibbia questa parola ricorre molte volte, spesso per indicare un periodo cronologico di prova e isolamento o di purificazione:

  • il diluvio universale è durato quaranta giorni e quaranta notti (Genesi 7, 4.12.17)
  • all'arrivo in terra promessa, gli esploratori della terra di Canaan impiegarono 40 giorni durante i quali se la spassarono; per punizione l'esodo del popolo Israelita durò quarant'anni (Numeri 13, 25; 14, 33-34; 32, 13, Esodo 16, 35; Deuteronomio 8, 2.4; 29, 4; Giosuè 5, 6)
  • i 120 anni della vita di Mosé si possono suddividere in tre periodi di quarant'anni[3]
  • Mosè è rimasto sul monte Sinai per quaranta giorni e quaranta notti (Esodo 24, 18; 34, 28; Deuteronomio 9, 9.11.18.25; 10, 10)
  • il profeta Elia ha dovuto attraversare il deserto per quaranta giorni prima di giungere al monte Oreb (1Re 19, 8)
  • il profeta Giona ha annunciato la distruzione di Ninive per quaranta giorni (Giona 3, 4)
  • la flagellazione secondo la legge mosaica prevedeva "non più di quaranta colpi" (Deuteronomio 25, 3 || 2Corinzi 11, 24)
  • quaranta giorni dopo la nascita, Gesù è presentato al Tempio di Gerusalemme (Luca 2, 22) per "essere offerto" a Dio "secondo la Legge di Mosè" (Esodo 13, 2.11-16). Sempre secondo tale Legge simultaneamente avviene la purificazione di Maria: la puerpera compie l'offerta prescritta dal Levitico (12, 2-4.6-8). Nella tradizione della Chiesa cattolica questi due eventi sono ricordati con la festa liturgica della Candelora
  • Gesù si è ritirato nel deserto per quaranta giorni prima d'iniziare la sua predicazione pubblica (Luca 4, 1-2 || Marco 1, 12-13 || Matteo 4, 1-2). [DA CUI LA QUARESIMA]

E ancora 40 erano le ore trascorse tra la morte di Gesù (venerdì pomeriggio) e la Sua Resurrezione (domenica mattina). 40 giorni dopo ascese al cielo. Pertanto non sono 40 ore o giorni in senso simbolico, ma sicuramente almeno per Gesù è un 40 materiale e cronologico.

sabato 7 novembre 2015

[bash] iptables iproute2 and multiple routes

I had the following scenario: 1 server + 1 NIC + several openvpn tunnels.

If your job is wasting time with precanned scripts, good luck.

I tried every guide, official or not, to make work iptables, ip route and ip rule in order to mark traffic, both with UBUNTU server 16 and CENTOS 7. No way.


This will make the kernel permanently route packets, enables multiple routes and even for networks not attested on the machine:
nano /etc/sysctl.conf
net.ipv4.conf.default.rp_filter = 2
net.ipv4.conf.all.rp_filter = 2
net.ipv4.ip_forward = 1

for f in /proc/sys/net/ipv4/conf/*/rp_filter; do echo 0 >| $f ; done

This will initialize iptables and in particular mangle and nat, which are needed for marking the traffic:
iptables -F
iptables -t nat -F
iptables -t mangle -F
iptables -X

add the alternative routes editing:
nano /etc/iproute2/rt_tables

Add (names are your references):
1 tunnel0
2 tunnel1

add routes and rules, we use tables IDs instead of names which are more immediate. As you can notice, the gateway is unrelevant, expecially for tunnels which can have  dynamic gateways:
ip route add 0.0.0.0/0 dev tun0 table 1
ip route add 0.0.0.0/0 dev tun1 table 2

add rules to mark traffic and bind to the corresponding table:
ip rule add from all fwmark 1 table 1
ip rule add from all fwmark 2 table 2
ip route flush cache

check if you like:
ip route show table 1
ip route show table 2
ip rule show

if you miss something, you can delete this way:
ip rule del table 1
ip route flush table 1

NOW THE MISSING PART:
THIS WON'T WORK:
iptables -A PREROUTING -t mangle -p tcp --dport 80 -j MARK --set-mark 1

THIS WILL:
iptables -A OUTPUT -t mangle -p tcp --dport 80 -j MARK --set-mark 1
iptables-save


Do you need to select traffic and push it simultaneously in a device / tunnel? No problem, I solved this too:
iptables -A OUTPUT -t mangle -p tcp --dport 10001 -j MARK --set-mark 1
iptables -A OUTPUT -t mangle -p tcp --dport 10002 -j MARK --set-mark 2
iptables -t nat -A OUTPUT -p tcp --dport 10001 -j DNAT --to :80
iptables -t nat -A OUTPUT -p tcp --dport 10002 -j DNAT --to :80

NAT mandatory for reply
iptables -t nat -A POSTROUTING -o $DEV1 -j MASQUERADE
iptables -t nat -A POSTROUTING -o $DEV2 -j MASQUERADE

iptables-save

mercoledì 28 ottobre 2015

Il Trittico Cristologico di Papa Benedetto XVI

Il Volume VI dell'Opera Omnia del Papa Emerito Benedetto XVI è interamente dedicata alla figura di Gesù a metà tra la Storia, i racconti del Vangelo e l'esegesi teologica. E' un'edizione unica che riunisce 3 libri differenti con alcune correzioni: l'Infanzia (che in realtà è l'ultimo in ordine di edizione), la Vita dal Battesimo alla Trasfigurazione, la Passione-Morte-Resurrezione.

Sebbene sembri una lettura impegnativa di 800 pagine totali, è un giusto compromesso per chi, già conoscitore del Vangelo, voglia approcciarsi in modo soft alla Teologia, ma contemporaneamente desidera aggiornarsi sulle congruenze storiche dell'esistenza di Gesù. Il Papa Emerito dichiara di scrivere da fedele e non ex cathedra, ma alla fine riesce a fornire una sintesi equilibrata tra Fede, Teologia, Storia e un po' di Filosofia, mai noiosa. Soprattutto i concetti provengono da una fonte rigorosa e sono adatti ad una lettura profana: magari rimarranno delusi i teologi o gli storici alla ricerca di approfondimento, ma volutamente questa non è un'opera tecnica.

L'approccio storico e logico è evidente già nella Premessa del 2° libro. Il Papa Emerito dà per buona l'esegesi moderna e tutte le interpretazioni del significato dei Vangeli del Concilio, ma velatamente critica alcune ricostruzioni un po' forzose rispetto alla figura storica di Gesù, che per contrasto invece appare logica e comprensibile. Persino quando cita l'intepretazione teologica fatta dai Padri della Chiesa di alcune parabole, Papa Ratzinger la riporta sui binari della logicità, sottolineandone il carattere che trascende il piano del reale. Nella Premessa del 3° libro finalmente dichiara apertamente l'intento: una riflessione sulle parole e le azioni essenziali di Gesù, alla luce dell'ermeneutica della fede, ma anche della ragione storica che necesariamente vi è contenuta. Infatti la ragione storica è un elemento della fede e la storicità di Gesù l'accesce in noi. Questa "Cristologia dal basso" è una sorpresa inaspettata per chi si accinge per la prima volta a leggere un Papa-teologo.

Benedetto parte dalla Lettera ai Filippesi di S.Paolo, scritta circa 20 anni dopo la crocifissione di Gesù, che rappresenta una cristologia nitida: «Cristo, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini. Apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce.» (Fil. 2,6). Ma cosa successe in quei vent'anni, tanto da spingere piccole e anonime formazioni comunitarie ad elaborare in modo così creativo e convincente una visione chiara di Cristo, della Sua natura divina e della Sua missione? Sarebbe più logico che la grandezza di Gesù si fosse manifestata durante la vita, mentre compiva i miracoli, e non 20 anni dopo la morte, imponendosi ancora 2000 anni più tardi. L'autore riflette sull' "Evento Gesù", un uomo il cui orizzonte culturale e le cui condizioni di vita non avrebbero potuto esprimere molto. Falegname in un villaggio periferico di un regno ancor più periferico rispetto all'impero romano, non avrebbe potuto che moralizzare il popolo, o al massimo enfatizzare l'apocalismo attenuato che circolava negli ambienti dell'epoca (Julicher). Si coglie anche una vena di humor quando, criticando la categorizzazione delle parabole (similitudini, allegorie, etc.), Papa Ratzinger cita Charles W.F. Smith: nessuno avrebbe messo in croce un maestro che raccontava storie piacevoli per rafforzare l'intelligenza morale! Ma un fenomeno profetico tutto sommato abbastanza tipico nella storia davidica (l'ultimo fu Giovanni Battista) non giustifica l'accanimento, la consegna ai Romani, la nascita e poi anche la sopravvivenza delle prime comunità cristiane in modo così pertinace da ingigantirsi nei secoli a venire. Qualcosa di straordinario doveva essere accaduto... qualcosa di talmente straordinario da stravolgere la tradizione del Sabato per mutarla in Domenica, che ha caratterizzato le comunità cristiane fin dalla loro prima formazione.

A me piace partire da Dio e dall'Antica Alleanza con il popolo di Israele. Qualsiasi civiltà ergeva un tempio o un complesso templare, in cui adorare una o più divinità: il Partenone ad Atene, la piana di Giza al Cairo (qui il dio era lo stesso faraone e il tempio era la sua tomba), alcuni colli romani es. il Campidoglio, Chichèn Itzà nello Yucatan messicano, etc. Il divo veniva adorato sul colle o sull'altipiano, che si ergevano verso il cielo. Invece, in quest'epoca di dèi plurali e della divinizzazione di faraoni ed imperatori, Israele era un popolo senza terra e senza Tempio: il suo Dio era escluso dalla concorrenza con gli altri dèi, perchè non aveva neppure un luogo dove essere venerato. Eppure il popolo di Israele non affermava di avere un dio qualsiasi, cioè un proprio dio padre di altri dèi ed affezionato al suo popolo. Invece sosteneva che Egli fosse il Dio dell'Universo, dell'umanità, creatore del cielo, di tutte le terre e di tutti i popoli. Ancora una volta siamo di fronte l'unicità che mal si giustifica con la creatività umana e che descrive un unico Dio, a cui appartiene tutto il creato, che per bontà lo dona all'uomo. Dio regalò ad Adamo la facoltà di dare un nome a tutte le creature: il nome li mette in relazione con l'uomo, li umanizza. E in un'epoca di dèi dall'aspetto e dal carattere umanoide, evidente parto dell'umanamente limitata creatività, Dio fu molto chiaro con Mosè: Egli era Uno solo, non ce n'erano altri nè prima nè dopo, e il suo nome era YHWH ("Io Sono"). Per quanto "Io Sono" fosse un nome-non nome, Dio si è umanizzato con l'invocabilità del Suo nome e ha regalato all'uomo un certo grado di vulnerabilità, ovvero la possibilità di vilipenderlo, cosa che precedentemente non aveva fatto.

Su questo tema ho la pretesa di avanzare anche un'altra lettura: potrebbe trattarsi di un focus che Dio sta dando alla Parola, dapprima parlando ai profeti in prima persona, successivamente donando l'invocazione del Suo nome, infine donando il Verbo fatto uomo. Nell'Antica Alleanza, l'uomo costruisce a Dio un tempio e afferma che questo contiene il Suo nome, a suffragio della comprensione che Dio e' talmente vasto da non poter essere contenuto nel tempio, ma da essere tuttavia presente con una parte fondamentale, rappresentativa, dono prezioso fatto a Mosè: il Suo nome. Nella Nuova Alleanza, il nome viene esteso alla Parola, che contiene i precetti e gli insegnamenti divini, che sempre in forma di Parola devono essere estesi a tutti i popoli, tramandati e rispettati. Nel Nuovo Testamento, Dio si manifesta sotto forma di nube e parla, non si esprime telepaticamente come potrebbe e come vorrebbero i teorici degli Antichi Astronauti, che vedono nelle divinità il segno di alieni venuti a civilizzarci. Invece la parola ha sempre un ruolo fondamentale: per quale motivo dobbiamo pregare, che potrebbe sembrare un'inutile perdita di tempo? Lo spiego in coda a questo post e a metà di quest'altro post. Ma anche più avanti.

La Bontà Divina si concretizza successivamente al dono del Suo nome con l'umanizzazione per eccellenza, cioè Dio fatto uomo, e tutti i segni di Gesù saranno la prova della sovrabbondanza divina quando si tratta di bontà: alla cena di Cana con la trasformazione esagerata di vino, alle moltiplicazioni i cui avanzi possono essere raccolti in ceste. O ancora, sempre durante la cena di Cana, con l'anticipazione generosa dell'ora che ancora non era giunta, grazie all'intercessione mariana. Dio si è fatto uomo per redimere il Suo popolo: Matteo ci racconta che l'Angelo annuncia a Giuseppe che «Egli salverà il suo popolo dai suoi peccati». Ma in quale senso? Il popolo di Israele attendeva che Dio lo aiutasse materialmente, come spesso successe durante l'Antica Alleanza: Dio interveniva direttamente per distruggere città, allagare il mondo, separare le acque, nutrire il Suo popolo con la manna dal cielo. E invece con la venuta di Gesù successe qualcosa di diverso, di troppo, ma anche di troppo poco. Il "troppo" era il perdono dei peccati, un'ingerenza che un ragazzo faceva nella sfera divina, poichè solo a Dio è concesso di redimere i peccati. Dall'altra parte era troppo poco, poichè il popolo di Israele era oppresso dalla dominazione romana, dal crudele tiranno Erode il Grande, dalla miseria, e attendeva da Dio la restaurazione del regno di Davide. Per esemplificare questa attesa / disattesa, il Papa Emerito riprende il racconto del paralitico (Mc 2,1-12), che viene calato dal tetto con un lettino poichè la folla circonda completamente Gesù, e chiede di essere guarito: invece Gesù gli rimette i peccati, disilludendo sia il paralitico, sia la folla. Per il paralitico è importante essere guarito, per ogni uomo è più importante soddisfare i propri bisogni materiali e non quelli spirituali; è necessaria la liberazione da miseria ed oppressioni, anzichè la libertà spirituale. Gesù invece ci insegna che è prima necessario guarire dai peccati e tutto il resto arriverà di conseguenza, come sovrabbondanza rispetto al perdono: infatti subito dopo intima al paralitico di prendere la lettiga e andarsene con le proprie gambe. «Seduti là erano alcuni scribi che pensavano in cuor loro: "Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?"». Ecco cosa infastidiva i contemporanei di Gesù, la Sua ingerenza nella sfera divina.

Al contrario, il fastidio provato dagli uomini contemporanei nei confronti di Dio è contenuto in un'osservazione di K. Barth. Nella storia di Gesù l'operare di Dio interviene nel mondo materiale 2 volte: la Nascita dalla Vergine e la Resurrezione, che ha evitato a Gesù la tomba e la corruzione della carne. Il razionalismo imperante è infastidito dall'ingerenza di Dio nella materia, perchè a Dio è tollerato di operare solamente nello spirito (dei credenti, non degli altri). Si nega a Dio la facoltà di intervenire nel mondo materiale e indirettamente si nega alla Sua Provvidenza di far fronte alle nostre necessità materiali, che invece tendiamo a spiegare col caso, con le circostanze, con la fortuna. Questo accade anche tra chi si professa fedele, che invece viene irretito dal neoateismo contemporaneo: "mi sveglio lavoro guardo la tv vado a letto", una routine che non ha tempo e posto per Dio. Già nel momento in cui Maria e Giuseppe cercarono un albergo a Betlemme, non c'era posto per loro, non c'era posto per Gesù nel mondo, per Colui in vista del quale il mondo è stato creato. Ci rifiutiamo di vedere Dio anche quando ci aiuta nell'ombra e proprio Gesù ci ha insegnato che Dio ci guarda nel segreto. Dio è Amore, ma l'amore non è romantico benessere, richiede impegno reciproco e per questo spesso viene odiato. L'Amore ci costringe a oltrepassare il nostro IO e per amore Gesù ha pagato il prezzo per la nostra redenzione con la crocifissione. E noi come lo ripaghiamo? Col menefreghismo, avvitandoci nel nostro IO, costruendo la rovina eterna con le nostre stesse mani... come quando i nostri genitori ci tendono la mano e noi li cacciamo; come quando tendiamo la mano a qualcuno e inspiegabilmente veniamo respinti. Questo succede quotidianamente anche a Dio, con la differenza che noi non perdoniamo, perchè non abbiamo alcun vero potere sugli altri, mentre Lui ci dà sempre una possibilità di redenzione senza offendersi del passato. Comunque espieremo fino all'ultima cattiva azione, poichè Dio è misericordioso non nel senso di un "perdono incondizionato", di una "grazia a buon mercato" (Dietrich Bonhoeffer), e le azioni rimangono scritte. Allora vale la pena cambiare subito rotta.

Gesù parla per parabole, come esempi semplici e calati sulla realtà di quel tempo. Per quanto semplice ed immediata, la parabola va comunque ascoltata, prevede collaborazione, richiede che ci si incammini con essa. La parabola ha il doppio scopo di dirci come dobbiamo comportarci, ma anche di indicarci il riflesso dell'azione di Dio nella nostra vita di tutti i giorni. Ad esempio la parabola del figliol prodigo è calata sulla realtà che oggi come ieri accomuna l'uomo. L'uomo si allontana dal Padre perchè si ritiene libero di godere appieno la propria vita, senza regole o comandamenti. E così facendo dilapida tutte le proprie sostanze (es. le risorse naturali per il profitto, la propria salute con la droga, e comunque diventerà vecchio), perchè nega la propria natura: la falsa autonomia, ovvero l'alienazione dagli altri nel nome dell'individualismo e del godimento egoista, lo renderà schiavo dei porci, di cui volentieri riceverebbe il mangime. Ecco la vera libertà, la reciprocità, la relazione con l'Altro, col Prossimo. Allora il figliol prodigo capisce che prima era davvero libero e che ora i servi di suo Padre (es. i sacerdoti) sono più liberi di lui. L'uomo aspetterà di essere in punto di morte prima di capirlo? E qui arriva la figura del fratello maggiore, che invidia la libertà che l'altro ha potuto permettersi, perchè non coglie la valenza del cammino di purificazione. Il fratello maggiore non ha avuto modo di fare lo stesso percorso, di cui evidentemente aveva bisogno: obbedisce con amarezza, non partecipa alla festa e quindi non si rivela abbastanza maturo. Il fratello maggiore siamo noi che stiamo a casa a guardare e a giudicare gli altri. Il contesto di questa parabola ci viene fornito da alcuni Salmi (es. 44 e 73), in cui gli autori alzano a Dio il lamento della loro povertà: coloro che vivono nell'obbedienza vengono colpiti dalla sventura, invece i cinici hanno successo e godono della felicità terrestre. «Ecce homo» dirà Ponzio Pilato, mostrando Gesù, pur con dignità, nella sua miseria di persona percossa e umiliata: è il paradigma della disumanità del potere, che schiaccia l'impotente. Ma Dio sta con i percossi. Questo è il contesto anche per la parabola di Lazzaro, il servo povero del ricco epulone: il giusto rischia di smarrirsi nella fede, viene castigato dalla mattina alla sera, guarda i cinici di successo e si chiede dov'è Dio. Poi va nel santuario, la prospettiva si allarga e si risveglia. Invece il ricco, che del cinismo ha fatto l'arma del suo successo, nell'aldilà chiede ad Abramo di mandare qualcuno ad avvisare i propri cari del castigo che spetta ai cinici: quante volte vorremmo anche noi chiedere a Dio di mandarci qualcuno dall'aldilà e di essere più chiaro nei messaggi... «Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano anch'essi in questo luogo di tormento. Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro. E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno. Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi» (Lc 16,27-31). Noi abbiamo i Vangeli, Gesù è resuscitato dai morti, nemmeno le apparizioni mariane passate e presenti ci hanno mosso nella fede. Notiamo anche che in questa parabola Gesù ci racconta cosa succede dopo la morte.

La nostra mente ormai è libera dai legacci di 2000 e più anni fa: non sacrifichiamo più i nostri buoi migliori per ingraziarci le divinità, non soffriamo più la carestia, nè la siccità, nè la morìa delle vacche. Gesù ha sostituito se stesso alla Torah, nel Discorso della Montagna (Mt 5,1-48) si è sostituito alla Torah («gli antichi dicevano... ma io vi dico») e ha sostituito i sacrifici con la preghiera. Pertanto non basta che Lui si sia caricato i peccati di tutti ed è morta lì, dobbiamo pregare per noi stessi, per gli altri, per i nostri morti, far sentire a Dio che ci siamo e che crediamo, sperare in un futuro migliore, essere concilianti col nostro prossimo, insegnare agli altri e dare il buon esempio. L'importanza dell'esempio, come Lui ci ha insegnato, è riassunta in S.Agostino: «Concedi quello che comandi e poi comanda quello che vuoi». Se non sappiamo fare questo, alla fine dei nostri giorni (che potrebbe essere tra poco perchè «Il padrone di casa non sa quando arriveranno i ladri») saremo considerati minimi nel Regno dei Cieli o non saremo accolti in esso. Qui il Papa Emerito specifica che non sappiamo Gesù a cosa si riferisca, se al Paradiso nel Cielo o ad un nuovo Paradiso Terrestre. Le parabole delle vergini sagge, del portiere vigilante, dei 2 servi ci dicono cosa fare: anzichè speculare sul futuro, bisogna concentrarsi sul presente, facendo il proprio dovere oggi e subito; infatti il servo stolto si fa padrone nella falsa impressione che il vero padrone sia assente (è solo in ritardo, tornerà inaspettatamente...), mentre quello buono agisce come se fosse alla sua presenza. Non dobbiamo intorpidirci, come fecero gli apostoli sul Monte degli ulivi, che si addormentarono dopo che Gesù li esortò alla vigilanza: la sonnolenza è passività che ha lasciato entrare il male nel mondo, che tende alla propria zona di comfort, che si convince che tutto in fondo non è grave e passerà.

Quando qualcuno tenta di insegnarci o non sappiamo fare qualcosa, chiediamo a qualcuno di farci vedere come si fa, facciamo training-on-the-job, guardiamo i tutorial su Youtube. Questo perchè l'uomo è per natura insicuro, ha bisogno di una guida, di pratica, e comunque tende a dimenticare le cose. Dio lo sa bene e ci ha mandato se stesso fatto Uomo perchè l'uomo non riesce a capire ciò che avviene sul piano spirituale, ha bisogno di un tutor, ha bisogno di capire con gli esempi, ha bisogno di esercizio per non perdere la pratica e la memoria. Quindi, poichè i sacrifici animali erano oggettivamente inutili, costosi, complessi e fossilizzavano gli uomini sulla ritualità anzichè sulla spiritualità, Gesù ci ha insegnato l'importanza della purificazione tramite la nostra moralità, anzichè con riti come le lavande o la circoncisione. Già Paolo dice agli Ebrei: «è impossibile eliminare i peccati con il sangue di tori e di capri» (Eb 10,4) e persino i greci prima di Cristo avevano riflettuto sull'inconsistenza dei sacrifici, in cui non si dà al dio ciò che egli chiede. Nell'Ottocento questo concetto fu estremizzato unilateralmente alla purificazione carnale e materiale, ma precedentemente e successivamente questo concetto è stato riportato alla purificazione mediante l'incarnazione di Dio in Gesù e del Suo Verbo. L'importanza della Parola coincide con l'importanza della preghiera: una pratica a costo zero che ci permette di entrare in dialogo con Dio. Così ogni giorno possiamo chiedere a Dio di darci il nostro pane quotidiano, ma soprattutto alla lunga di rimetterci i debiti e noi in cambio li rimetteremo ai nostri debitori. E pregando ogni giorno non ci dimenticheremo i concetti che ci servono per vivere sereni oggi e guadagnare il Regno dei Cieli domani. Poichè Dio sa che siamo duri di cotenna, si è fatto uomo per farci vedere come essere simili a Dio e compiacerLo, poi ci ha dimostrato di avere l'autorità divina compiendo miracoli, da ultimo ha chiesto ai discepoli di diffondere la Parola e di scriverla, in modo da avere un doppio supporto da trasmettere anche ai posteri.

Dio ha mandato i 12 apostoli ad annunciare la Buona Novella, come i 12 capostipite guidarono le 12 Tribù di Israele disperse per il mondo: gli apostoli diventano i capostipite della Tribù cristiana che loro stessi formano dal niente, armati solo del proprio annuncio. Lo stesso Cristo Re ha governato con un esercito di 12 apostoli, entrando vittorioso a Gerusalemme sulla groppa di un asino (animale umile e mite) per farsi incoronare con le spine e farsi adorare non su questo o quell'altro monte, ma «in spirito e verità» (Gv 4,23). In questo modo tutti i popoli presenti e futuri (non solo gli Ebrei, ma proprio tutti, anche tu che leggi) possono aderire alla Fede nell'Unico Dio Vivente e in tal modo guadagnare il Regno dei Cieli. La Chiesa nacque già sotto la croce, prima che Gesù risorgesse dai morti, nel momento in cui il centurione romano che comandava il plotone d'esecuzione esclamò «Davvero costui era il Figlio di Dio!» al vedere i segni cosmici che quella crocifissione stava provocando. Era la nascita della Chiesa universale, aperta anche ai pagani, ai romani, ai popoli di tutto il creato. L'affermazione di Giovanni Battista «Ecco l'agnello di Dio che toglie i peccati del mondo», prima di allora incomprensibile, assume ora un significato netto: Gesù è l'agnello poichè muore nell'ora esatta in cui si immolano gli agnelli per la Pasqua ebraica. Il plotone d'esecuzione, incaricato di spezzare le gambe ai crocifissi per accelerarne la morte, lo trova già morto e non gli spezza alcun osso esattamente come prescritto per gli agnelli pasquali immolati. Per sincerarsi dell'avvenuta morte, "Longino" gli fora il costato, da cui escono sangue e acqua. E' il momento in cui Gesù carica su di sè i peccati del mondo e li toglie, inaugurando una nuova era priva di sangue animale, ma purificata da coloro che si battezzeranno con l'acqua e che rinnoveranno il Suo sacrificio col Suo sangue e la Sua carne, pregando ai piedi della Croce. Paolo stesso definisce il Gesù Crocifisso col termine greco hylastèrion, che indica il coperchio dell'Arca dell'Alleanza, che veniva asperso di "sangue della riparazione" proveniente dagli animali immolati. L'Arca, il Tempio, la Torah stessa vengono tutti sostituiti dal Crocifisso. Il concetto di hylastèrion risponde all'obiezione tipica di chi considera Dio crudele per la richiesta infinita di espiazione dei peccati: il peccato viene dall'uomo, che all'infinito non riesce a smettere di peccare, e Gesù ci è stato mandato come "mezzo" infinito di riconciliazione con Dio, perdono, misericordia, bontà infiniti.

Come anticipazione del premio, che ci spetterà se con l'imitazione di Gesù vorremo renderci simili a Lui, è anche risorto fisicamente in modo che i suoi contemporanei potessero vedere, toccare con mano e trasmettere a tutti la testimonianza di ciò che avevano visto. Infatti la resurrezione di Lazzaro, del giovane di Nain, della figlia di Giairo, furono tutte biologiche: pertanto costoro poi morirono nuovamente, come accade ai pazienti clinicamente morti che vengono salvati da bravi medici. Al contrario, l'apparizione di un fantasma è la manifestazione di un'entità che appartiene al mondo dei morti. Gesù non è andato su un altro pianeta, ma gli apostoli stessi testimoniano nel Vangelo di Luca la Sua presenza in forma diversa nel mondo: nella conclusione si prostrano davanti a Lui mentre sale al cielo e tornano a Gerusalemme gioiosi (Lc 24,50-53): tale comportamento degli apostoli è inspiegabile se pensiamo alla loro separazione dalla persona amata, mentre è spiegabile se la presenza di Gesù continua in una forma diversa. Lo stesso Gesù, dopo la Resurrezione, dice «Vado e vengo a voi» (Gv 14,28), a testimoniare una presenza nuova, un rivelarsi e sottrarsi tipico di Dio. Il passo di Giovanni viene ripreso anche da S.Bernardo di Chiaravalle, che in una omelia parla di 3 venute del Signore: la prima nella carne e nella debolezza (fino alla morte), la seconda nello Spirito e nella potenza (dalla Resurrezione ad oggi), la terza nella gloria e nella maestà (la Parusia). In tutti i passi che descrivono la teofania, è presente una prima fase di non riconoscimento e una fase successiva di manifestazione palese: la descrizione maldestra degli evangelisti suffraga proprio la novità di questo evento rispetto alla tradizione anticotestamentaria e al piano sensoriale umano. Nessuno fino a quel momento aveva pensato ad un Messia crocifisso, nè tantomeno alla Resurrezione, e lo sbigottimento iniziale lasciò ben presto il posto alla testimonianza fervente della prima Chiesa, in cui gli apostoli potevano raccontare di aver toccato il Figlio di Dio, prima in vita e dopo in reincarnazione, di aver udito la Parola di Dio.

La Resurrezione a cui Gesù si era sempre riferito non era un concetto filosofico, nè spiritico (di un fantasma, di un'entità su un piano differente dal nostro), ma è la Resurrezione della Carne in modo diverso da quella biologica che aveva mostrato in precedenza con i miracoli. Anche Paolo stesso distingue i 2 tipi di visione: quella mistica dei Cieli e quella corporea della presenza di Gesù che si manifesta a lui sulla strada per Damasco, atterrandolo (At 9,3-6). La Resurrezione ha anche un valore simbolico: la terrenità fu generata come punizione a causa del Male tentatore e del peccato originale dell'uomo che cadde nel tranello; siamo obbligati al passaggio terreno in cui il Male governa la carne con le tentazioni e i vizi (Satana vive sulla Terra accanto a noi); se sapremo vincere il Male / la carne e quindi passeremo la prova, risorgeremo anche noi in modo carnale, ma totalmente nuovo, senza dolore fisico, nè tristezza.

La Parola di Gesù è un segno, essere su questa pagina a leggere in questo momento è un segno: è il momento di prendere una decisione. L'opposizione dell'uomo a Dio (evidentemente mal consigliato dal Demonio) pervade tutta la storia e Gesù attira a sè tutta questa opposizione. Cristo è contraddizione: «Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra: sono venuto a portare non pace, ma spada!» (Mt 10,34). Dio viene visto come un limite alla libertà di essere totalmente se stessi e di fare come ci pare: ma noi facciamo davvero come ci pare senza Dio? O invece siamo sottoposti a 1000 piccole e grandi schiavitù al lavoro, nella società, nel condominio, persino in famiglia, di cui non ci rendiamo più nemmeno conto? Essere ricchi ci toglierà davvero tutte queste piccole schiavitù, come es. compiacere ai nostri cari anche quando non siamo d'accordo con loro? Oppure vincere al lotto introdurrà schiavitù più grandi e insormontabili, perchè riguardano argomenti che non conosciamo, es. finanza e investimenti, paura e videosorveglianza, ma soprattutto sospetto verso il prossimo? Non a caso l'unico apostolo traditore fu messo di fronte alla tentazione più grande per l'uomo: i soldi. Giovanni ci dice che  Giuda Iscariota rubava: «era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro» (Gv 12,6). Ma comunque l'imprinting ricevuto da Gesù era indelebile e si pentì, disse ai committenti «Ho peccato» e tentò di restituire i soldi. Ma fu un pentimento zoppo, senza la speranza del perdono, e così scappò "nella notte", lontano dalla Luce, lontano da Gesù. Nonostante la gravità del suo atto, Dio dà a tutti la possibilità di agire come il figliol prodigo e lo avrebbe perdonato, ma il suo pentimento fu talmente disperato che, mancando appunto in lui ogni speranza di perdono, si impiccò. Al contrario il ladrone, crocefisso con Gesù e del quale chiese l'intercessione, è simbolo della speranza del malfattore: la misericordia divina è talmente grande da accogliere anche il pentimento più tardivo, quello in punto di morte, se mosso da una sincera fede.

Se vogliamo far posto a Gesù e aspirare all'Eterno, dobbiamo staccarci dalle cose del mondo e alla loro temporaneità. Non ci sazieremo mai di cibo, acqua, sesso, soldi e umane esigenze: più ne avremo e più ne vorremo; e anche se ne avremo d'avanzo, non ce ne rimarrà nulla. Pensiamo alla bellezza e al profumo di un fiore: se ci allontaniamo solo un'ora, ci rimane solo un ricordo incompleto e col passare del tempo svanirà anch'esso. Tutto quello che fa parte del mondo umano e sensoriale, se non esercitato, svanisce col tempo; se invece viene esercitato, è annacquato dall'assuefazione; se teoricamente esistesse un equilibrio tale da farcelo godere per decenni, ci annoierebbe, o perirebbe, o comunque dovremmo morire noi prima o poi. Ciò che è dall'altra parte invece è eterno, come eterna è la contemplazione di Lui che ci viene promessa: attenzione, non una "vita eterna" cioè una vita dopo la morte, ma la vita stessa, che può essere vissuta anche nel tempo e non è inficiata dalla morte. L'uomo sa nel suo intimo di essere fisicamente deperibile, limitato nel tempo, e per questo è impaurito dal futuro. Per questo motivo da secoli le religioni hanno una componente di divinazione: cercano di vedere dietro la cortina che copre il futuro. Dio già nel Deuteronomio chiede all'uomo semplicemente di avere fede, di non cercare di strappare il futuro dalle mani di Dio, e infine promette la venuta di un nuovo Mosè. Il motivo lo ritroviamo nei libri di Don Gabriele Amorth: quando ricorriamo ai maghi, se assistiamo a fenomeni paranormali e non c'è truffa, siate pur sicuri che sono causati da uno spirito maligno. E l'inganno del maligno è ben descritto da Papa Benedetto, per cui vale la pena riportarlo (pag.153): «Della natura della tentazione fa parte la sua apparenza morale: non ci invita direttamente a compiere il male, sarebbe troppo rozzo. Fa finta di indicarci il meglio: abbandonare finalmente le illusioni e impiegare efficacemente le nostre forze per migliorare il mondo. Si presenta, inoltre, sotto la pretesa del vero realismo. Il reale è ciò che si constata: potere e pane. A confronto le cose di Dio appaiono irreali, un mondo secondario di cui non c'è veramente bisogno.» Sia la storia che l'attualità hanno dimostrato e dimostrano che dove non c'è fede comunque non cresce il pane: il marxismo ieri e il tecnicismo oggi volevano trasformare le pietre in pane, e invece è successo il contrario. E Benedetto ci ricorda anche quanto l'esegesi errata sia madre dei fondamentalismi e opera del demonio, come ho già ricordato in questo altro post: il diavolo tenta Gesù citando i passi dell'Antico Testamento e proponendo una interpretazione logica. Il Diavolo si presenta vestito bene e con argomenti convincenti:
  • Dio non deve interferire nella storia, ma deve stare al suo posto lasciando all'uomo il potere di decidere.
  • Dio è una questione privata, che non deve intromettersi nel nostro benessere e in una pianificazione razionale della nostra vita.
Questa visione è l'esatto contrario della venuta di Gesù, il Dio vivente che opera nella storia da 2000 anni grazie alla Chiesa (non il clero, ma la comunità delle persone battezzate). Invece i regni che il diavolo promise a Gesù nel deserto nel frattempo sono tutti crollati... Il maligno ci devia verso una concezione di Dio come merce da provare: se ci comporteremo bene, ma avremo sofferenze, allora Dio non esiste... però ci dimentichiamo della vita sofferta di Gesù, degli apostoli, dei martiri, di San Francesco, di San Pio da Pietralcina. Seguire Gesù è sofferenza, è la strada stretta verso il Paradiso, è la foglia alta difficile da raggiungere che permette alla giraffa più intraprendente di sopravvivere. Il Regno di Dio non è la cuccagna, non è una ricetta che automaticamente porta ad uno stato di perfezione, la qual cosa ci ricorda Papa Ratzinger che è teorizzata con l'abolizione della proprietà privata: automaticamente avrebbe dovuto portare ad uno stato di benessere sociale. Gesù non smette mai di ricordare che la strada è stretta, cioè è piena di prove dolorose e di rinunce, ma è anche motore di trasformazione e maturazione. Effettivamente non sappiamo perchè Dio non si renda più manifesto e invece domina silenziosamente la storia, lasciando a noi l'onere di capire e maturare autonomamente.

Gesù (Mc 13,19) profetizza ampio spazio (secondo la nostra visione) all'orrore e alla distruzione del Tempio nel 70 d.C., ma la storia non gli sfugge dalle mani: i giorni dell'orrore creato dall'uomo saranno abbreviati e gli eletti salvati. Non sappiamo nemmeno per quale motivo Gesù non abbia lasciato dietro di sè uno splendore più grande e ci rimane il dubbio di Giuda Taddeo (Gv 14,21-26) «In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui”. Gli disse Giuda, non l’Iscariota: “Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?” Gli rispose Gesù: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi. Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto”». Perchè Dio non ha tolto Gesù dalla croce e non si è manifestato in potenza a tutto il mondo? Perchè non è il Suo stile: si è manifestato a 12 apostoli nel regno di Israele, ignorato dai contemporanei, è vissuto sommessamente, dopo la Resurrezione si è manifestato, ma contemporaneamente si è sottratto persino ai Suoi apostoli. Però ha lasciato un segno umanamente tangibile della propria presenza nel mondo terreno, ha seminato amore e ha lasciato piena libertà di seguirlo o di ignorarlo. Lo Spirito Santo ha conservato la Sua parola integra nel corso della storia e la libertà di osservarla.

Adesso non esiste più un tempio dove risiede Dio, ma Egli si è fatto carne e risiede nella Sua propria Carne, ovvero nell'Eucaristia, e per tale motivo ha lasciato che il Tempio di Salomone venisse distrutto definitivamente nel 70 d.C. Ciò che è sopravvissuto alla distruzione del Tempio è il culto della Torah attraverso l'interpretazione rabbinica, ma come ho già detto, col Discorso della Montagna, Gesù sostituisce se stesso alla Torah. Il compimento della Parola di Dio avviene in relazione all'Antico Testamento e a tutte le profezie di Isaia, Daniele, dei Salmi, che parlavano della venuta di Gesù, qualcosa di nuovo che questi non sono ancora riusciti a cogliere. Le successive ricostruzioni sono andate tutte fallite, segno che Dio vuol spostare il culto dal Tempio al Verbo: ecco cosa sta dicendo Dio agli Ebrei, ecco dove li porta la Divina Provvidenza, ad una nuova tappa per l'umanità. Dio ha dato tante tappe nella storia, passando dai sacrifici, al Tempio, a Gesù, ma è necessario riconoscere il cambiamento ed adeguarsi ad esso come momento di trasformazione e crescita.

Concludo con una riflessione. Quando tentiamo di convincere noi stessi e di convincere gli altri, quando non riusciamo, comunque abbiamo buttato un seme: «Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto» (Gv 12,24). Gesù ha bisogno del proprio fallimento (la morte in croce) per arrivare dai pochi del popolo di Israele a tutti: «quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me» (Gv 12,32). Il fallimento (lat. fallère, cioè sbagliare, essere ingannato) fa parte del processo di trasformazione e di maturazione. Pietro è contrario alla Croce, per questo non può cogliere la Resurrezione, è convinto delle proprie forze: «Allora Pietro gli [a Gesù] disse: «Anche se tutti saranno scandalizzati, io non lo sarò». […] Ma egli [Pietro], con grande insistenza diceva: "Se anche dovessi morire con te non ti rinnegherò"». (Mc 14,28 – 31) E invece, prima che il gallo cantasse 2 volte, egli lo rinnegò 3 volte, come accade a tutti coloro che contano solo sulle proprie capacità senza passare dalla Croce. Lo stesso Pietro affermerà nella Lettera ai Romani che tutti hanno peccato e pertanto hanno bisogno della Misericordia del Signore (Rm 3,23).

sabato 5 settembre 2015

Samsung Galaxy S6 + Android File Transfer + Mac OS X: device not found

In Italiano, l'errore è "impossibile collegarsi al dispositivo".

It means that you previously installed KIES and you didn't unistall it properly. KIES is not supported anymore.

From the terminal:

sudo rm -rf /System/Library/Extensions/ssuddrv.kext

domenica 19 luglio 2015

"Laudato Si'", riflessioni sull'enciclica di Papa Francesco

L'enciclica di Papa Francesco "Laudato Si'" contiene una serie di riflessioni a tema ambientalista, ma fornisce anche una radiografia dettagliata della società e dell'essere umano.

Non nascondo il mio passato scetticismo nei confronti dei pensatori e dei filosofi: ognuno alla fine la pensa come gli pare, propone le proprie idee, le porta avanti e le difende dai detrattori. A me non pare nulla di speciale... E non nascondo nemmeno che non avrei mai letto questa enciclica se non mi fosse stata regalata. Avrei perso tantissimo e non in termini economici (€2,50), ma in termini umani.

Il tema ambientalista nasconde una profonda riflessione, o meglio una fedele descrizione dell'essere umano e delle sue debolezze, delle pulsioni ad origine delle nostre azioni, che poi impattano sull'ambiente, sulla vita quotidiana e quindi anche sulla qualità della vita stessa. E' una specie di seduta psicanalitica, al termine della quale lo psicanalista ci ritrae fedelmente, suscitando in noi grande stupore. E lo stupore più grande lo si prova a leggere il pensiero / denuncia di Papa Francesco, la sua estrema sensibilità, la sua estrema conoscenza dell'uomo, le riflessioni che suscita e la contestualizzazione dell'Uomo nel Creato. Ecco il nostro vero vizio umano quotidiano e trucco dell'illusionista satanico: distrarci con il particolare per distoglierci dal Generale. L'Uomo smette di essere un elemento dell'Umanità / Pianeta Terra / Universo / Creazione e invece si chiude nel proprio piccolo interesse personale, curando il proprio egoismo e lasciando fuori tutto il resto, a partire dai familiari e proseguendo fino alla Natura, all'Umanità, etc.

In tema con l'argomento dell'Enciclica, Francesco ci ricorda che l'Uomo è stato messo in correlazione con gli altri esseri viventi fin dal momento della sua creazione. Sono stati dettati alcuni precetti poichè la Natura non è stata "regalata" all'Uomo, ma messa a disposizione per la creatura più importante che della Natura fa parte. Infatti ricordiamoci sempre che noi abbiamo bisogno della Natura, ma lei non ha bisogno di noi: i microorganismi divorano i corpi morti, le piante e gli animali riprendono i propri spazi colonizzando le opere umane, la ruggine sgretola l'acciaio e disintegra il cemento armato. I precetti sono es. il riposo del settimo giorno per l'uomo, ma anche «perchè possano godere di quiete il tuo bue e il tuo asino» (Es. 23, 12): oggi la cultura generale ci insegna che le monocolture impoveriscono di nutrienti un appezzamento di terra, per cui ogni 3 anni è buona norma lasciarlo incolto o cambiare coltivazione; in quel tempo senza Scienza, Dio dettava i precetti ai profeti direttamente o tramite lo Spirito Santo, affinchè l'Uomo conservasse in salute se stesso ma anche il Creato. Dice Francesco che Dio, pur avendo l'opportunità di creare un Mondo perfetto, ha preferito coinvolgere la Sua creatura più importante, l'Uomo, dotandolo di libero arbitrio e chiedendogli – non imponendogli – collaborazione. Il risultato è un mondo imperfetto dove la sofferenza, il pericolo, il male fanno parte dei dolori di quel "parto" che nella Genesi Dio impose ad Adamo ed Eva, parto che è sofferenza da cui deriva generazione del nuovo, dell'incontaminato. Dio rimane sempre presente nelle sue creature senza interferire, ma permette la costante generazione della novità e dell'incontaminazione: è poi l'Uomo che con le sue manacce sporche di materialismo, personalismi, egoismi impenitenti contamina la Creazione.

Il problema dell'uomo è che allo sviluppo tecnologico, a quello scientifico, all'accrescimento del suo potere sulla natura, non è coinciso uno sviluppo di responsabilità, di valori, di coscienza. Anche quando un inventore abbia un grandissimo senso di responsabilità e di etica, nel momento stesso in cui mette a disposizione la propria invenzione, chi commercializzerà o userà tale invenzione quasi mai avrà senso etico, ma sarà spinto dal profitto, dall'egoismo, dalla prevaricazione sul prossimo.

Oggi lo sviluppo tecnologico è ristretto in un contesto di profitto economico e di competizione: materialismo ed egoismo, anzichè progresso e collaborazione. Invece la scienza è orientata al continuo superamento dei limiti umani: biologici, spazio-temporali, fisici. E poichè l'uomo compie passi da gigante in tutti i settori, in quest'ottica si sente onnipotente in virtù del suo accrescimento economico, della continua evoluzione tecnologica, del progresso scientifico. E tende a considerare la Natura qualcosa di lento e superabile: non la sente come «norma valida, nè come vivente rifugio. La vede senza ipotesi, obiettivamente, come spazio e materia in cui realizzare un'opera nella quale gettarsi tutto e non importa cosa ne risulterà» (Romano Guardini, "La fine dell'epoca moderna").

Una riflessione di Francesco che mi ha colpito per la sua forza, e di cui lo ringrazio, è quella relativa alla sobrietà, di cui esso stesso è esempio e testimone irraggiungibile. Ma pur nella sua irraggiungibilità, questa riflessione deve diventare nostra nel vissuto quotidiano, perchè siamo manipolati da noi stessi e non ce ne rendiamo conto. Ogni giorno becchiamo qua e là cercando sempre quello che non abbiamo, guardando quello che hanno gli altri e creandoci bisogni che prima non avevamo, generando in questo modo un'ansia di bisogni fittizi e una stanchezza nella ricerca spasmodica di soddisfarli. La sobrietà non è meno vita, ma è una riduzione dei bisogni fittizi, della corsa al raggiungimento del benessere altrui, che si tramuta in una maggiore soddisfazione, minore attività e minore ansia. In tal senso sono di ispirazione sia le intuizioni di Eric Berne sulla fame di struttura, cioè la necessità di ognuno di noi di passare il tempo (ne ho parlato QUI: Operare il bene con l'aiuto di Neuromarketing & Analisi Transazionale), sia il discorso di Steve Jobs alla Stanford University nel 2005: «Il vostro tempo è limitato, per cui non lo sprecate vivendo la vita di qualcun altro. Non fatevi intrappolare dai dogmi, seguendo i risultati del pensiero di altre persone. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui offuschi la vostra voce interiore. E, cosa più importante, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e le vostre intuizioni. In qualche modo loro sanno che cosa volete veramente. Tutto il resto è secondario.»

La soddisfazione sta nel mettere a frutto i propri carismi: suonare uno strumento musicale, disegnare, cucinare, leggere, o qualsiasi altra attività che ci procura gioia. Condividere con gli altri queste attività e ricevere un complimento per un piatto ben cucinato, suonare bene insieme, mostrare la propria opera d'arte, tutto questo è soddisfazione gratuita. La natura, le persone, il Creato sono pieni di parole d'amore. Ma non riusciamo ad ascoltarle, perchè siamo permanentemente distratti dall'apparire, dai soldi, dall'ansia inutile. Siamo spinti a fare le cose a tutta velocità, in una fretta costante che ci rende sempre occupati e ci consola dalla falsa sensazione di penuria, ma che travolge tutto (butti la carta dal finestrino, salti la coda alla posta, ti infili nel traffico che tanto è fermo) e tutti (non ascolti chi ti parla, offendi chi va lento, disprezzi chi fa un lavoro umile). Ricordo le parole di Don Gabriele Amorth: la fretta è del diavolo, la calma è di Dio.

lunedì 25 maggio 2015

[Mac OS X] The ultimate Mac OS X performance optimization (updated when needed)

In my 20 years experience with Mac OS X (starting from 7.3 to Yosemite 10.10) I frequently need to debug or at least to tune up the System. Here is my tips & tricks archive for the everyday survival. This archive is updated as soon as I have new tricks: I need to store them somewhere to share between my Macs and to build an history for disaster recovery purpose.

For debug I mostly use Activity Monitor to inspect the problems (you find it in Application / Utility), looking at the CPU Tab, where I added the memory column (right click on the columns and just mark it) to have all in one place.

For problem solving, if you see the courier font it means that you must copy / paste that command in the utility / terminal.

Enjoy.


discoveryd uses 100% CPU after 10.10.3 upgrade
http://masugadesign.com/blog/easy-temp-fix-discoveryd-100-cpu-osx-10-10-3

temporary solution, but it works since a couple of weeks right now and my macs fans don't fly away like airplanes anymore. You could perhaps save it as a bash script and run it with a weekly crontab.

sudo launchctl unload -w /System/Library/LaunchDaemons/com.apple.discoveryd.plist sudo launchctl load -w /System/Library/LaunchDaemons/com.apple.discoveryd.plist

since the culprit could also be the bonjour service, it's better to flush all the DNS caches around your mac (I recently thrashed an airport express so it could have left traces on my Macs)
http://furbo.org/2015/05/05/discoveryd-clusterfuck/
http://osxdaily.com/2014/11/20/flush-dns-cache-mac-os-x/

sudo discoveryutil mdnsflushcache;sudo discoveryutil udnsflushcaches;

mds and mds_stores (Spotlight) eating 50% and more CPU
http://9to5mac.com/2014/02/11/how-to-get-spotlight-processes-back-under-control-when-cpu-usage-goes-crazy/

Open Spotlight Preferences. As soon as I dropped my user/Library/Application Support folder it falled to 5%. You can also disable indexing daemon when you perform intensive works (then turn it back on!)

sudo mdutil -a -i off

But this will cause Spotlight to stop working. An application like the freeware AppPolice could help in other cases (a simple slider will let you choose the max percentage of CPU a process can use), but although it shows Spotlight, mds and mds_stores aren't shown and limiting Spotlight doesn't affect them in any way: they will keep on consuming 99% CPU. You can work around it with cputhrottle utility (it must be installed) or nice / renice (prebuilt in any unix system but not hard-limiting). Since Process Renicer by eosgarden is discontinued and Process Wizard by La Chose is stuck on Leopard, I gave a try to Appriority (free edition not available on the App Store, download it from the website) but no way to select mds_stores. I think the only way is to renice known useless processes with a bash script at login: given a loop containing all the PIDs to renice (e.g. mds, AirPlay and other stuff)

sudo cputhrottle PID_to_limit max_percentage_integer

I will post the bash script as soon as I will do one. Meanwhile read these articles:
http://nixsos.com/limit-application-cpu-usage-in-mac/
https://github.com/maumi/cputhrottle

preview panel RAM eater
I was wondering how my RAM was eated on my Mac Book Pro 2011 and Mac Mini late 2011 and I inspected it with the free app Memory Clean. I experienced problems like apps that refused to open, a whole system like XP pre-service pack 3 and the famed windowsupdate fix, no way to work with finder, too strange to be on a Mac.

No way to get rid of this problem... I also read that Yosemite doesn't leave free RAM since uses it for the file cache: too strange because this is an energy consuming strategy and it's really far from everything I experienced in the Apple world since 1996.

Ok, I admit that I had the standard 4GB on both the computers and perhaps it wasn't enough for Yosemite. I upgraded them respectively on 12GB and 16GB and... my RAM was eaten!!!

It was time for a deeper inspection and, after several days, I noticed that it happened if I selected a word document (the preview panel, which is default on OSX, tried to show the preview content) and double clicked on it to open. Obviously the finder stuff stood in place, so under my document window while I was editing it, the finder keep the file selected and the preview panel trying to make the preview from it. Some kinda bug looped the RAM to death on both my Macs, blame on you Apple!

http://osxdaily.com/2013/01/10/disable-finder-icon-thumbnails-previews-mac-os-x/

The temporary fix is to open the view options wherever you like, disable icon preview, disable preview column, make it as default view and have a fast performing computer despite the fact that it's a temporary solution. Do you still need to preview anything while you're working on the finder? No problem, select it and press space!

misc utilitie
Select - copy - paste text directly from the Finder's Quick Look:

defaults write com.apple.finder QLEnableTextSelection -bool TRUE; killall Finder

I have an external audio card and I always get an annoying message on my audio app every time my HDMA screen wakes up after sleep: "Logic Pro is scanning your system for audio devices, and has detected a device named “DisplayPort”. You need to unload default audio drivers

sudo kextunload /System/Library/Extensions/AppleHDA.kext


mercoledì 18 febbraio 2015

[Mac OS X] keep a shared disk mounted after a network failure

I have several WD NAS with several shares. And I just need them mounted!

Have them available on system startup is pretty easy:

  • mount them on the Finder with different flavors
    • via sidebar
    • via CMD+K
      • smb://192.168.1.101 or better cifs://192.168.1.101
      • afp://192.168.1.101
      • ftp://192.168.1.101
  • open you SYSTEM PREFERENCES (apple menu on the left upper corner)
  • open your USERS PREFERENCES and go to the LOGIN ITEMS tab
  • drag and drop your mounted drives
  • don't forget to check the checkbox on the left where your drives are listed
But what if you have a network failure, wake on sleep etc?
  • Go to / HARD DISK / Applications / Utilities
  • you find the "AppleScript Editor" or "Script Editor" for the most recent systems like Yosemite
  • paste this:
on idle 
  tell application "Finder" 
    set isConnected to disk "FILM" exists 
    set isConnected2 to disk "MP3" exists 
  end tell 
  if isConnected = false then 
    try 
mount volume "FILM" on server "192.168.1.101" 
    end try 
  end if 
  if isConnected2 = false then 
try 
mount volume "FILM" on server "192.168.1.102"
    end try 
end if 
  return 5 
end idle

  • Make sure to edit the IPs and network share names according to yours, I just left you a couple of sample folders and IPs
  • Save as application naming it "checkshares" wherever you like and check the checkbox "leave it opened"
  • Open the terminal and drag & drop your "checkshares" application in order to determine the exact path e.g. /Users/testuser/Desktop/checkshares.app
  • copy the path in the clipboard and delete all
  • from the terminal type "nano Desktop/checkshares.sh", in my example I put all on the user Desktop
  • paste this adapting to your paths and users:
#!/bin/sh
echo 'open /Users/testuser/Desktop/checkshares.app/' | /bin/sh
  • press CTRL+O and CTRL+X to save and quit
  • paste this to the terminal in order to make the script executable:
  • chmod u+x /Users/testuser/Desktop/checkshares.sh
  • paste this to the terminal in order to run checkshares.sh every 5 mins:
  • crontab -e
    */5 * * * * /bin/bash /Users/testuser/Desktop/checkshares.sh
  • press CTRL+O and CTRL+X to save and quit

You can check after 5-6 minutes if you got a new system mail with the command "mail", just to check that everything went fine or if the system generated some alert message. You shouldn't find any email. Everything is ok, so we can reedit crontab:
    crontab -e
    */5 * * * * /bin/bash /Users/testuser/Desktop/checkshares.sh >> /dev/null 2>&1
This command will prevent your crontab line to flood your system mailbox by simply redirecting any output message to NULL device. I rather prefer to add the appended line to a new line and comment out the first line, since I could need to debug something later on.

#########################
UPDATE ON open COMMAND ISSUE

After a while I had the error
LSOpenURLsWithRole() failed with error -600 for the file /Users/testuser/Desktop/checkshares.app

It happened randomically and then generated me thousand messages (one every 60 seconds in my case) until I rebooted the Mac. Infact the "open" command and a bunch of other commands have a long historical issues with the WindowsServer binding: checks after executions, maintaining a resilient session keeping, etc etc.

Googling around didn't help but gave me the inspiration to find this issue and a proper solution.
According to Apple, the 2 schedulers are crontab and launchd, but the second is the preferred one:
https://developer.apple.com/library/mac/documentation/MacOSX/Conceptual/BPSystemStartup/Chapters/ScheduledJobs.html

Starting from 2 nice posts and a little app, which consistently helped me to write a syntactically correct file, I wrote my own PLIST and everything was fine.

Create this file (remember that the name NetworkShares must be unique):
/Users/lost/Library/LaunchAgents/NetworkShares.plist

Paste this:
<?xml version="1.0" encoding="UTF-8"?>
<!DOCTYPE plist PUBLIC "-//Apple//DTD PLIST 1.0//EN" "http://www.apple.com/DTDs/PropertyList-1.0.dtd">
<plist version="1.0">
<dict>
        <key>Label</key>
        <string>NetworkShares</string>
        <key>ProgramArguments</key>
        <array>
                <string>/usr/bin/open</string>
                <string>/Users/testuser/Desktop/checkshares.app</string>
        </array>
        <key>RunAtLoad</key>
        <true/>
        <key>StartInterval</key>
        <integer>60</integer>
</dict>

</plist>

I also made use of this app http://www.soma-zone.com/LaunchControl/ which enabled me to discover that the minimum seconds are 10 and not the 5 I initially put. I opted for 60 in order to stay safe.

The useful posts are these:

martedì 3 febbraio 2015

[mysql] Enable InnoDB support in MySQL (Unknown table engine ‘InnoDB’)

I converted MyISAM tables to InnoDB engine via PHPmyadmin.

The result was the warning Unknown table engine ‘InnoDB’ and my data were gone!

No problem:

service mysqld stop
rm -f /var/lib/mysql/ib_logfile*
service mysqld start

venerdì 30 gennaio 2015

Medjugorje e il futuro del mondo

Ho letto con piacere 2 libri di Padre Livio su Medjugorje e i messaggi che la Madonna lascia all'umanità durante le apparizioni.

Il primo è "I Segreti di Medjugorje", che è focalizzato sui 10 segreti che la Madonna ha lasciato ai veggenti, ma che riesce a dare una visione generale dei fatti straordinari che accadono da oltre 30 anni in quel paese sperduto tra le rocce.

Il secondo è "Medjugorje e il futuro del mondo", che è focalizzato sull'annuncio dell'imminente fine della nostra epoca col compimento dei 10 segreti, passando prima dalla preparazione a tale evento epocale. In particolare in questo secondo libro ho trovato affermazioni di Padre Livio che mi hanno fatto riflettere e che voglio condividere, perchè sono un'intepretazione dei tempi e dell'Opera divina.

L'umanità si è già divisa in due schieramenti contrapposti: uno caritatevole, che si comporta in aderenza ai Messaggi, mentre l'altro è aggressivo e distruttivo. Io aggiungerei un terzo schieramento, quello degli ignavi, cioè delle persone che, pur dichiarandosi cristiane o atee o altro, in realtà vivono di ogni giorno senza infamia e senza lode. A tal proposito, il Signore non ci chiede di essere attivisti e di comportarci come dame di carità, ma semplicemente di essere d'esempio, fare il bene quando capita l'occasione (o quando capita l'occasione di fare il male, pettegolezzo, odio, etc), pregare, fare qualche rinuncia... ma gli ignavi non fanno nemmeno una di queste cose. A proposito invece dei due schieramenti, dobbiamo chiederci come mai allo stato attuale il Cristianesimo è la religione più diffusa del mondo, pur contando il maggior numero di martiri e perseguitati oggi giorno e nella Storia. Mentre dall'altra parte c'è un esercito di assassini vestiti di nero, pronto a distruggere uomini, monumenti, intere città, che operano per il Diavolo. Satana è il principe di questo mondo, ma Gesù è presente ed operante sulla Terra: se così non fosse ci saremmo autodistrutti molto tempo fa.

Il Signore ci chiede di scegliere liberamente la Fede in Dio, la Fede in Cristo. Lo ha fatto dall'inizio dei tempi, quando creò Lucifero e gli angeli che liberamente scelsero di ribellarsi perchè, insuperbiti dal potere che Lui aveva conferito loro, pur potendolo guardare in volto, credettero di essere come Lui. Ha continuato a chiederlo con Adamo ed Eva, i quali, pur essendo in amicizia con Dio e potendo udire la Sua voce, illusi da Satana di poter diventare uguali a Lui, liberamente scelsero di mangiare il frutto proibito. Ecco che ci appare chiaro il paradigma del mondo moderno: l'uomo, insuperbito dal potere della scienza, della tecnologia, del proprio intelletto, si illude di poter essere come Dio e liberamente sceglie di ignorarlo (ateismo) o di sostituirsi a Lui (procreazione, omicidio). L'uomo mangia grazie alla natura e al suo lavoro, ma dimentica che senza la terra, la pioggia, il sole non esisterebbe il frutto della terra. L'uomo pensa di darsi la vita da solo, si insuperbisce poichè supera costantemente se stesso e perde di vista il suo misero destino, che lo porta a superare se stesso poichè l'uomo è imperfetto. Questo è il vero senso del progresso: un moto perpetuo innescato dall'imperfezione dell'uomo, che tende verso il perfettibile senza riuscire nemmeno ad immaginare il Perfetto, poichè Questi sta nel Regno dei Cieli.

Questa mancata presa di coscienza affonda le proprie radici nella Storia, es. durante l'Illuminismo, ma è anche vero che in passato c'era più senso di Dio e del peccato, mentre oggi l'umanità è "sazia e disperata" (Card. Giacomo Biffi). Si cerca nella scienza una risposta a tutto, anche ai miracoli e alla vita dopo la morte, si sostiene che:
«il progresso del terzo millennio rende superfluo il bisogno della religione, si denunciano come eredità oscurantiste del medioevo credenze quali l'esistenza dell'anima immortale [...] si educano le nuove generazioni a una sorta di tolleranza indifferente per cui qualsiasi credenza va bene, purchè strettamente confinata nella sfera privata, senza alcuna pretesa di valori non negoziabili che condurrebbero a battaglie pubbliche ritenute sconvenienti e inopportune».
Dobbiamo chiederci: cosa vorrebbe da noi Gesù? A cosa dobbiamo rinunciare (magari un vizio o una critica o una polemica), cosa dobbiamo lasciare? (Messaggio del 28 dicembre 2012). La strada della conversione è lunga, ma non è per nulla difficile come il Diavolo ci vuol far credere (cfr. http://aftermanict.blogspot.com/2015/01/il-diavolo.html): è dura ammettere i nostri errori del passato e rinunciare ai vizietti del presente (scaricare i film illegalmente, parlar male del vicino, etc), ma la strada della Vita Eterna è costellata da piccole soddisfazioni. Il digiuno a pane ed acqua serve anche a questo, ad autoeducarci alla forza interiore, alla rinuncia, che noi non sappiamo fare perchè siamo bombardati da messaggi sessuali, da trasmissioni culinarie, da idoli posticci. E anche quando scopriamo che chi gira con la Ferrari è pieno di debiti, che le modelle fanno una vita di stenti e di compromessi, che persino il sesso alla fine stanca, scegliamo liberamente di andare avanti nella convinzione di falsi miti propinati da terzi.

Una nostra buona predisposizione di cuore, la preghiera e il digiuno portano molti vantaggi:

  • fortificano il nostro carattere per le avversità e le rinunce che caratterizzano la vita terrena;
  • sono gradite al Signore e ci preparano per la Vita Eterna
  • ci consentono di chiedere a Dio un futuro migliore, perchè la Madonna ci dice che preghiera e digiuno possono persino sovvertire le leggi naturali, con la preghiera e la penitenza si può ottenere tutto.
Persino il settimo segreto è stato affievolito grazie alla preghiera e alla penitenza.
Qui voglio aprire un velocissimo inciso sulla parola "penitenza", che Satana ha fatto diventare un termine negativo e sgradevole con la sua solita subdola strategia della confusione in divenendi, quando è sempre stato un termine ben definito. E' un termine che deriva dal latino "paenitentia", cioè semplicemente "pentimento" per una malefatta (cfr. vocabolario Treccani), quindi senza nessuna caratteristica particolare di punizione.

Le punizioni invece le crea l'uomo con le sue mani: il castigo divino non arriva dal cielo, ma arriva dall'uomo a causa della tentazione e dell'opera diabolica. Dio non può far altro che inviarci segni divini come le apparizioni mariane, come i fenomeni naturali che accadono a Medjugorje, come i 10 segreti che verranno annunciati ognuno con 3 giorni di anticipo (a differenza di Fatima e LaSalette), come i miracoli che compiono giornalmente le persone sante. Ma come successe quando Gesù era sulla Terra ad operare miracoli, anche di fronte a questi prodigi, il cuore dell'uomo sceglie in piena libertà se convertirsi o meno. Più saranno le conversioni, più Dio fermerà il Demonio, ma non ha lasciati nè ci lascerà da soli a tribolare.

martedì 20 gennaio 2015

Il Diavolo

Il libro "Il Diavolo" di Padre Raffaele Talmelli e Luciano Regolo (2014 Mondadori) è un testo molto intelligente che affronta il tema della seduzione diabolica. Non quella rara e spettacolare della possessione, che viene appena sfiorata, ma quella che rappresenta il vero pericolo per l'uomo: la tentazione quotidiana, quella in cui il Male ci sussurra all'orecchio le malefatte da compiere contro noi stessi, i nostri cari, il prossimo in generale, ben nascosto dietro la nostra schiena a manipolarci.

Magari siamo scettici e non crediamo al Diavolo, del resto anche la Chiesa ufficiale in tempi non troppo lontani bollava il Demonio come suggestione e superstizione. Si può anche credere che le malefatte arrivino direttamente dalla nostra mente dominata dalle passioni biologiche, ma - che arrivino da un fattore interno o esterno - controllarle è sicuramente un gesto di miglioramento e per questo motivo vale la pena provare a seguire il cammino di miglioramento che voglio condividere qui.

Ma prima è doveroso chiarire che il Demonio esiste eccome, e anzi grazie alla sua ingordigia non si è accontentato della tentazione ordinaria, subdola e silenziosa, ma ha voluto che gli fosse concessa anche quella straordinaria che è la possessione. Chi ha assistito ai rituali di liberazione sa bene che i demòni, per tramite del posseduto, non vogliono rivelarsi, non vogliono dire qual è il loro nome, mentono sul loro numero all'interno del malcapitato. Questo accade perchè si sentono scoperti e prendono coscienza che da lì a poco verranno scacciati. Ciò invece non avviene con la tentazione ordinaria e quotidiana a cui siamo sottoposti. Ma proprio grazie alla possessione straordinaria e alle imprese di cui i posseduti sono capaci, veniamo a conoscenza dell'esistenza del Diavolo e dei suoi demòni, esattamente come ci viene narrato nel Vecchio Testamento, nel Nuovo Testamento e dalla Madonna in tante apparizioni. E il non credere non ha più alcuna giustificazione razionale.

Sempre razionalmente provo a proporre una teoria di cui per il momento non ho riscontro, ma che ha una sua valenza logica. Si tratta di preparare una ricetta mettendo insieme alcuni ingredienti e la nostra esperienza umana:
  • quotidianamente una vocina nella nostra coscienza ci dice quali azioni sono giuste, quali meno giuste, quali totalmente sbagliate;
  • quotidianamente un'altra vocina ci dice «Ok è sbagliato, però nemmeno tanto, però lo fanno tutti, però ne ho bisogno, però è divertente...» spronandoci all'indulgenza verso noi stessi e le nostre malefatte;
  • la tradizione cattolica, a cominciare da San Pietro fino a Padre Pio, ci narra della presenza dell'Angelo Custode al nostro fianco.
Giovanni nell'Apocalisse dice: "'è stato precipitato l'accusatore dei nostri fratelli, colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte" (Ap 12,10). Al Giudizio di Dio ci sarà il vero «rendiconto» (Lc. 16, 2) inappellabile e giustissimo. E sant'Agostino ci dice che il demonio sarà il peggiore accusatore della nostra anima (cf. Ap. 12, 10). A tal proposito Padre Raffaele Talmelli propone una visione concreta del giorno della nostra morte: "«Signore - dirà il demonio - quest'anima non ha osservato i comandamenti della tua legge, ma della mia. Dammela, dunque, perché mi appartiene». Oseremo appena balbettare: «Signore, a seguire il demonio si faceva meno fatica; la tua legge è troppo dura...» «Non è vero, non è vero! - ci insulterà il demonio - Io ti facevo lavorare anche di domenica, mentre la legge di Dio ti concedeva il riposo. E tu lavoravi per me. Io ti facevo bere vino, anche quando non avevi più sete, e ti faceva male; con l'ubriachezza ti abbassai al di sotto delle bestie. Io ti comandavo di ballare, e tu, stanco da sei giornate di lavoro, ti sfinivi a ballare per farmi ridere. Io ti suggerivo un appuntamento equivoco, e tu lasciavi i tuoi anche se faceva freddo o pioveva o nevicava. Io ti dicevo di sprecare nei vizi tutti i tuoi sudori della settimana; e tu, che avevi paura di dare un soldo in elemosina, consumavi nei ritrovi, con gli amici, il sostentamento della tua famiglia. Altro che leggero il mio giogo! Eppure, tu l'hai preferito a quello di Dio...»."(*)


Questi ingredienti mi fanno pensare alla notoria immagine dell'angioletto e del diavoletto sulla spalla. A mio avviso, così come il Signore ci affianca l'Angelo Custode, allo stesso modo il Diavolo ci affianca un demone custode: entrambi si insinuano nella coscienza a suggerirci uno il bene e l'altro il male. Tocca a noi decidere liberamente se coltivare il bene, rinunciare, sopire la voce cattiva, oppure ridere delle disgrazie altrui, montare l'odio, gustare il pettegolezzo. Se qualche volta rinunciamo, il diavoletto accusatore avrà meno materiale da scrivere nel suo libro infame in cui tiene l'elenco di tutte le nostre malefatte da rinfacciarci al momento opportuno. Nel momento della tentazione ci basterà pensare alle grasse risate che si fa quando ci suggerisce una cattiveria e noi prontamente la mettiamo in atto.

E lo fa con strumenti logici e razionali, persino con argomenti teologici, come fece con Gesù nel deserto: "Se tu sei il Figlio di Dio, gettati giù di qui; perché sta scritto: «Egli comanderà ai suoi angeli attorno a te di custodirti. Ed essi ti sosterranno con le loro mani, affinché il tuo piede non urti contro alcuna pietra»" (Lc 4,9). Userà qualsiasi arma pur di spingerci all'indulgenza verso noi stessi, persino false apparizioni della Madonna o la concessione di doni speciali quali la chiaroveggenza.

Il Diavolo conosce bene la nostra natura sin dalla creazione di Adamo e, non potendo distruggere Dio, se la prende con le sue creature: l'umanità e la natura. L'azione malvagia, anche quella più lieve, viene perpetrata poichè ci concentriamo sul nostro desiderio (posticcio) o su di un altro particolare, e non sul valore dell'atto in se stesso: ci viene voglia della patata fritta della marca che ci piace (il desiderio, un particolare del gusto) e ne mangiamo 10 porzioni dimenticandoci che il cibo ha principalmente una funzione nutritiva. Da qui i vizi capitali, ovvero semplici necessità umane che, una volta scambiato il mezzo col fine, diventano vizi travestiti da necessità: la lussuria, l'ingordigia, l'avarizia, l'ira, etc non sono altro che lo stravolgimento dal soddisfamento di esigenze naturali quali sesso, nutrizione, proprietà, legittima difesa, etc. Nel momento in cui ci si concentra sul piacere, sull'egoismo, sulle endorfine, si smette di soddisfare la propria esigenza naturale traendone piacere e invece subentra il vizio, cioè la dipendenza dal piacere stesso. Tale dipendenza porta inevitabilmente all'ipertrofia dell'atto stesso per cui es. il cibo non è più un'esigenza naturale del corpo (la fame), ma diventa soddisfazione di un continuo desiderio scaturito dalla vocina del cervello, non richiesto dal metabolismo, che porta a conseguenze metaboliche che ben conosciamo, nonchè al deprezzamento del desiderio stesso, infine alla dipendenza e alla depressione per un desiderio infinito che non verrà mai totalmente soddisfatto. Quanto bene ci conosce Dio che ci ha fatti e che dettò a Mosè i comandamenti non certo per romperci le scatole...

Purtroppo nella natura umana c'è un senso di sospetto, di sfiducia (che è il contrario della fiducia, della fede) e il Diavolo lo sfrutta a suo piacimento. Sul pacchetto di sigarette c'è scritto che il fumo uccide, ma devo sperimentarlo di persona fumando, perchè il dottore è cattivo e non vuole la mia felicità. Successe la stessa cosa ad Adamo ed Eva nell'Eden: il Diavolo insinuò il sospetto che Dio avesse imposto il divieto di mangiare dall'albero del bene e del male perchè non volesse la loro felicità, che anzi loro sarebbero stati come Dio. E l'Uomo - libero nelle scelte per volere di Dio, ma ingenuo perchè semplicemente somigliante a Dio - ha abboccato.

Ancora oggi il Diavolo vuole farci credere che siamo come Dio, che possiamo capire le regole della Natura e manipolarle a piacimento: sappiamo perfettamente che possiamo farlo solo in parte, anche se il Diavolo ci distrae con nuovi progressi. Dall'altra parte c'è l'azione di discredito della Chiesa: il Diavolo ben sa che colpendo una persona consacrata fa esplodere una bomba di sfiducia verso la Chiesa e per questo motivo colpisce i soggetti più deboli del clero perchè provochino scandalo. Ma questo accade perchè, acculturati dalla televisione, abbiamo perso il vero senso dell'istituzione petrina: la Chiesa non è impeccabile, ma è infallibile, immune da insegnare errori, poichè è guidata dallo Spirito Santo e non certo dagli uomini (peccatori) che la compongono. Papa Francesco ribadisce il concetto che egli stesso è un peccatore "a cui Dio ha guardato". Il Diavolo gioca sulla confusione tra infallibile e impeccabile, ma sin dalla fondazione della Chiesa Gesù ne consegna le chiavi a Pietro e subito dopo lo sgrida col famoso "vade retro satana" (Mt 16,23). Proprio quel Pietro che prima che il callo canti lo rinnegherà 3 volte, come lo stesso Gesù aveva predetto (Mt 26,69 Mc 14,66 Lc 22,54). La Chiesa dei puri è un'aberrazione, che in passato provocò l'eresia giansenista e che va contro l'opera dello stesso Gesù, il quale scelse "Giuda l'Iscariota che poi lo tradì" (Mt 10,4) non solo come apostolo tra i 12, ma addirittura come tesoriere, pertanto dandogli piena facoltà di rubare o di redimersi. Ecco che in questa chiave si delinea il disegno di una Chiesa che vuol essere un seme, non un frutto maturo (cfr. Lc 8,11), fatto di persone con i propri difetti, come i 12 Apostoli che ebbero paura e fuggirono (Mc 15,50).

Un piccolo inciso merita il tentativo di ridurre la figura di Gesù ad una figura storica, profetica ma non miracolosa, insomma semplicemente un uomo e non il Figlio di Dio. In questo contesto, si parte dalla storicizzazione nel tentativo di negare la storicità della Resurrezione, dimenticando che la migliore testimonianza ce la danno i Vangeli. Innanzitutto tali teorie non spiegano come uno o più persone semplici e illetterate potessero inventare molti aspetti della vita santa e miracolosa di Gesù del tutto nuovi. In questo contesto anche la Resurrezione sarebbe un fatto del tutto nuovo: la prova sta nel fatto che durante la Vita di Gesù gli apostoli avevano fede in un Uomo che diceva di essere Dio, che dopo la Sua morte si dispersero e solo dopo la sua Resurrezione si ricompattarono a formare la prima comunità cristiana pronta al martirio pur di diffondere la Sua parola. Tutto ciò in perfetta aderenza con quanto Lui aveva chiesto loro solo dopo essere risorto. La realtà dei miracoli, delle Sue parole di Vita, della Resurrezione e della prima comunità cristiana costituita grazie a Pietro e Paolo sono una realtà così nuova e grande da essere superiore a qualsiasi immaginazione umana. Persino la conversione di Paolo, che non aveva nemmeno conosciuto Gesù, che da persecutore si fece perseguitare, anche lui portatore di parole nuove e di Vita, può essere ridotta a mera invenzione?

Tornando all'esempio del fumo, in una parola il dottore (la Chiesa) nella logica demoniaca è inaffidabile, o almeno ancora una volta è il mio vizio a dettarmi questo principio stupido, che invece un banalissimo ragionamento logico smonta in 2 righe. Del resto anche gli obesi sono schiavi del cibo, pur sapendo in modo perfettamente logico che rischiano la vita. Tornando ancora al fumo: il dottore potrebbe anche avere un interesse personale nel farmi smettere di fumare, ma il Ministero della Salute, che impone gli avvisi sui pacchetti di sigarette, invece dovrebbe avere un interesse a vendere più sigarette poichè si traducono nell'ingresso di maggiori accise per lo Stato. In realtà sappiamo tutti quali sono i danni mortali del fumo, ma ancora una volta è il nostro desiderio a prevalere. Allo stesso modo sappiamo tutti che non si ruba, che non si uccidono le persone, che bisogna rispettare i genitori, ma Dio lo ha dovuto scrivere su pietra e nonostante i 6000 anni trascorsi la cronaca ci insegna che succede l'esatto contrario. Il Diavolo ci manipola per distruggere noi stessi con i vizi, gli uomini tra di loro con l'ira, con la cattiveria, con l'invidia, col delitto, e ci adopera persino per distruggere la natura grazie alla leva del profitto.

L'altra caratteristica umana che il Diavolo usa contro noi stessi è la paura. La Vita Eterna non è qualcosa di tangibile, che si possa andare a visitare e poi sperare di ottenerla col duro lavoro: ci è stata rivelata e l'unica cosa che possiamo fare è aver fede e coltivare la fede. Persino nella vita reale ci sono persone che vedono il successo di un imprenditore partito dal basso, arricchito col duro lavoro, e pur avendo un riferimento tangibile preferiscono la scorciatoia della delinquenza. Questo esempio rende lo sforzo che dobbiamo fare per poter combattere da un lato la seduzione delle scorciatoie, dall'altro le nostre paure (la povertà, le malattie, la morte). Il Diavolo instilla in noi la paura e al contempo ci fornisce la sua soluzione, come in passato hanno fatto i dittatori, le sette millenaristiche, la stessa inquisizione. Dobbiamo discernere tra la paura e il timore, poichè è qui che si gioca la differenza.

Come Padre Talmelli ci ricorda, la beata Maria Bolognesi commentò l'apparizione di Fatima per chiedere la conversione della Russia al prezzo di un conflitto mondiale, non certo perchè Dio si volesse vendicare scagliando una guerra dal cielo, ma a causa dell'uomo. Infatti la conversione significa rispettare i comandamenti: non uccidere, non rubare, non essere falsi. Dio ci avvisa che siamo sulla cattiva strada e che ci stiamo preparando il castigo da soli: si comincia col rubare, sfruttare, uccidere, poi monta l'odio tra le famiglie, poi tra i paesi, poi tra le nazioni, e infine si scatena la guerra. Non dobbiamo avere paura di Dio perchè non è Lui il castigatore, ma timore di Dio e paura del castigo causato dagli uomini.

Può sembrare strano, ma l'arma con cui possiamo combattere il Diavolo e migliorarci è principalmente la preghiera. Le opere pie, la propensione verso il prossimo e il rispetto dei comandamenti arriveranno di conseguenza: Dio non adotta una logica "hic et nunc", ora e subito, perchè il Paradiso va guadagnato a partire da Adamo. Invece il Diavolo, che ancora una volta conosce le nostre debolezze (problemi materiali, egoismo, etc), approfitta della nostra impazienza per proporci tutto quello che chiediamo (salute, soldi, potere) e subito, ma al suo prezzo... Giova ricordare che molti santi sono morti giovani, quasi tutti nelle sofferenze.

Anche nel caso della preghiera, non dobbiamo adottare una visione distorta, cioè quella del mezzo che supera il fine. Non dobbiamo cioè attribuire alla liturgia o all'invocazione in se stesse una valenza miracolosa, perchè equivarrebbe a credere in un rito magico. Dio non ha bisogno di essere informato sui nostri desideri, nè possiamo sperare di addomesticare Dio al nostro volere tramite la preghiera. Quello che possiamo fare è pregare con intensità e qualità, offrendo al Signore le nostre sofferenze, le nostre rinunce e le nostre preoccupazioni, ma anche i nostri ringraziamenti. Non importa la quantità, è un processo che avviene col tempo e con l'autoeducazione, magari cominciando con un'Ave Maria che nel corso degli anni può diventare un intero Rosario. Se anche la nostra non è una preghiera perfetta, ma è fatta con devozione, rispecchierà quello che Dio ci chiede: una dimostrazione della nostra Fede, che tralaltro ha un compito autoeducativo. Infatti se non preghiamo mai, se non ci obblighiamo mai a dedicare 5 minuti all'autoriflessione, cosa facciamo per dimostrare un innalzamento spirituale, non solo a Dio, ma anche a noi stessi?